Decreto Aiuti Quater e Legge di Bilancio in fase di discussione, dopo le audizioni in Parlamento urge fare la sintesi e trovare soluzioni immediatamente funzionali.
Non si arresta la continua allerta inerente il tema relativo ai cantieri collegati ai Superbonus e ai Bonus edilizi.
Occorre realismo e lucidità: dal Luglio 2020 , quando fu pubblicato il D.L. 34/2020, ad oggi ben pochi sono stati i momenti in cui la materia trattata non ha subìto modifiche e repentini cambi di rotta.
Solo ripercorrendo gli ultimi sei mesi abbiamo avuto
- Circolare 23/E AdE nella quale si affermava che il cessionario è solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti, quando ometta «il ricorso alla specifica diligenza richiesta»
- Relativi blocchi e/o rallentamenti nelle acquisizioni dei crediti da parte di tutti gli Istituti di Credito.
- Proroghe del Superbonus per le unifamiliari CONDIZIONATE al raggiungimento del 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022. ( UNIFAMILIARI, VILLETTE & 110%: FACCIAMO CHIAREZZA PRIMA DEL 30 SETTEMBRE)
- Sentenze della Corte di Cassazione che confermano responsabilità e pignoramenti dei crediti d’imposta acquisiti (sentenze Cass. nn., 40865, 40866, 40867, 40868, 40869).
- Sospensione ( o chiusura definitiva? ) per gli acquisti dei crediti d’impresa da parte di Enel X
- Sentenze che sostengono l’obbligo dell’esecuzione dei lavori anche nei bonus minori prima della loro cedibilità (Richiesta di intervento legislativo per interpretazione autentica: opzioni per lo sconto in fattura e la cessione del credito art. 121 DL 34/2020 serve definitiva chiarezza.)
- Riduzione della percentuale di Superbonus ai condomini dal 110% al 90 % salvo nei casi in cui le CILAS non fossero già presentate entro il 25 novembre 2022 (Aiuti Quater: il Decreto è in Gazzetta)
- Improvvisa sospensione ( o chiusura definitiva?) di Poste per le acquisizioni di crediti d’imposta per soggetti privati POSTE SOSPENDE L’ACQUISTO DEI CREDITI
Un susseguirsi martellante e incessante di colpi di scena sta rischiando di distrugge un tessuto sociale trasversale e variegato e il danno non si riassume in una perdita ad una sola categoria di persone bensì a intere filiere produttive, a operatori finanziari e ad un’infinità di privati.
E, a essere del tutto onesti, non c’è nessuna delle categorie citate, che non meriti estrema tutela per un motivo o per l’altro.
Dal contribuente privato, magari anche senza redditi, passando dalle Imprese di Costruzioni, ai Professionisti che han lavorato con sconto in fattura, sino agli Istituti di credito, questa totale stasi decisionale è paragonabile a un conto alla rovescia prima di una sonora detonazione.
Urge un’azione importante e risolutiva ma NON di dissoluzione di un intero mercato : serve un intervento chirurgico ad alta complessità, un team esperto che vada con assoluta cautela a risolvere le diverse problematiche vitali che attanagliano l’intero sistema.
La questione delle responsabilità dei cessionari che sta bloccando la domanda di crediti da parte degli Istituti non può esser cancellata con un colpo di spugna così come se fosse una banalità .
D’altronde nemmeno si può permettere il default di una miriade di imprese edili e connesse e ci sarebbe da credere che non possa nemmeno rientrare in nessuna fazione politica l’idea di abbandonare a sé stessi tutti i privati che si stanno trovando in una sostanziale situazione di illiquidità e con le proprie case inagibili per i lavori in corso.
Qual è la strada da percorrere?
SBLOCCARE I CREDITI D’IMPOSTA
Tra le varie opzioni, ancor prima dell’estate, c’era chi paventava l’ipotesi di utilizzare i pagamenti degli F24 come aggiuntivo canale per far defluire i crediti d’imposta già in carico agli istituti di credito verso lo Stato.
Il meccanismo concederebbe di fatto alla Banca di “girare” allo Stato per ogni F24 pagato dal contribuente una quota più bassa rispetto al valore nominale del pagamento dei tributi effettivamente fatto dal contribuente.
Tale meccanismo, qualora fosse inserito in una delle due norme in discussione, potrebbe favorire da un lato lo svuotamento dei plafond Bancari , dall’altro POTREBBE indurre nuovamente i medesimi istituti ad acquistare da privati e imprese nuovi crediti d’imposta.
Si ritiene, affinché questa seconda condizione si avveri, che una norma che dovesse applicare questa nuova concessione debba contenere una clausola ove a fronte di ciò , l’Istituto di Credito provveda ad acquisire nuove pratiche.
Senza questa seconda parte si rischierebbe di mettere al riparo dalla crisi il settore finanziario ma si lascerebbero comunque scoperte le imprese e i privati.
Un’altra operazione che potrebbe essere compiuta riguarda la concessione di garanzie Statali su prestiti ai quali i privati cittadini potrebbero accedere per la conclusione dei loro lavori.
Una delle situazioni che grava sul sistema nazionale e- a cascata – è divenuta evidente proprio nel contesto delle ristrutturazioni edilizie accompagnate dai bonus, è che grossa parte dei soggetti che ne hanno fin qui beneficiato , sono cittadini ai quali non sarebbero stati concessi altri mutui o finanziamenti per la sistemazione delle proprie abitazioni.
Solo la possibilità di attingere alla cifra derivante dal credito d’imposta aveva reso di nuovo “meritevole” sia per le imprese che per gli Istituti di credito questa miriade di soggetti.
Oggi, a fronte delle generalizzate e – in parte – improvvise chiusure alle acquisizioni queste persone NON hanno la capacità di poter adempiere ai loro impegni contrattuali per saldare le fine lavori inerenti i loro immobili.
Se lo Stato provvedesse a prestare idonea garanzia a prima istanza almeno ai privati con reddito e capienza fiscale dimostrabile, ancorché già gravati da altri impegni finanziari, intanto potrebbero esser concessi loro dei finanziamenti dedicati e blindati alla conclusione dell’operazione .
Questi cittadini, in questa maniera, potrebbero rientrare nelle proprie case e le imprese potrebbero incassare i loro crediti.
A seguito di ciò, grazie alla capienza fiscale, i contribuenti potrebbero ripagare il finanziamento negli anni per merito del risparmio d’imposta derivante dalle relative detrazioni.
MODULARE LE RESPONSABILITA’
Riguardo al nodo cruciale delle responsabilità e della pignorabilità dei crediti acquistati, si potrebbe ipotizzare una soglia per ogni singola operazione oltre la quale sia necessario far intervenire nella cessione un terzo – pubblico ufficiale – garante.
Del pari delle operazioni di cessione di complessi immobiliari o delle cessioni di quote societarie, si potrebbe prevedere l’obbligatorietà dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata.
Se è vero, come è vero, che l’obbligo di apposizione del visto di conformità, già certifica la regolarità formale dell’operazione, ad oggi , NON c’è nessun obbligo di verifica né tantomeno di forma riguardo al contratto di cessione dei crediti.
L’idea di frazionare il rischio attraverso la riduzione dei massimali di cessione dei crediti non è nuova.
Poste, dopo la riapertura a seguito del primo STOP giunto in concomitanza del Decreto Antifrode, aveva infatti già posto delle scelte molto più oculate : la soglia massima di cedibilità dei crediti d’imposta per ogni contribuente era stata ridotta a 150.000 euro e gli acquisti erano stati concessi solo da privati.
Modulare diversi gradi di adempimenti collegati al contratto di cessione potrebbe senz’altro servire a liberare tutte quelle micro operazioni che sono adesso in un limbo in attesa di nuove aperture di cessionari che da un giorno all’altro si son riscoperti particolarmente prudenti.
Canalizzare i controlli separando le operazioni in base al loro indice di rischio potrebbe essere senz’altro un buon metodo per non annientare le parti fragili di queste operazioni e concentrarsi là dove veramente si possano formare frodi oggettivamente sostanziose.
Sono davvero tante le voci che stanno chiedendo ufficialmente soluzioni ed in parlamento sono stati ascoltati, tra gli altri Confindustria, i Dottori Commercialisti . la Rete delle Professioni Tecniche e la Guardia di Finanza (il 29 novembre 2022).
Le conclusioni del Governo le leggeremo presto nei testi in G.U.
Non resta che attendere.
Articolo di Fabiana Nesi
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