Si allontana al 31 ottobre la scadenza per la prima rata della rottamazione

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Nel comunicato del MEF si preannuncia lo slittamento del pagamento oltre alla proroga per la domanda della definizione agevolata

A pochi giorni dalla scadenza originariamente prevista, come avevamo già ricordato nell’articolo dello scorso gennaio SCADE IL 30 APRILE 2023 LA DOMANDA DI ADESIONE ALLA DEFINIZIONE AGEVOLATA PER I DEBITI AFFIDATI ALL’AGENZIA DELLA RISCOSSIONE , commentato nel pezzo E’ ON LINE LA DOMANDA PER LA ROTTAMANZIONE QUATER e infine approfondito un mese fa con ROTTAMAZIONE QUATER: TUTTO CHIARO?

Il Ministero dell’Economia e della Finanza ha deciso di concedere due mesi in più per presentare le dichiarazioni di adesione alla “Rottamazione-quater” delle cartelle, prevista dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, commi da 231 a 252).

Il nuovo termine per la presentazione delle domande all’Agenzia delle entrate-Riscossione passa, infatti,

dal 30 aprile al 30 giugno 2023.

Vista la proroga dei termini per la domanda , conseguentemente il MEF ha differito al

30 settembre 2023

il termine entro il quale l’Agenzia delle entrate-Riscossione trasmetterà, ai soggetti che hanno presentato le suddette istanze di adesione, la comunicazione delle somme dovute per il perfezionamento della definizione agevolata.

Nella comunicazione ufficiale si specifica altresì che con apposita e successiva disposizione si ufficializzerà che la scadenza per il pagamento della prima o unica rata (originariamente fissata al 31 luglio 2023)

slitta al 31 ottobre 2023.

Decisamente molto interessante il riflesso indiretto dell’intera operazione:

Posto che la presentazione della Rottamazione quater permette di evitare il pagamento delle rateazioni in corso per le cartelle rientranti nella definizione e soprattutto considerato che dall’inoltro della richiesta di definizione agevolata non è consentito all’ Agenzia entrate Riscossione di attivare le procedure cautelari e tantomeno quelle esecutive , i contribuenti “vistuosi” che si erano già attivati a fare richiesta dal gennaio 2023 si trovano con quasi un anno di respiro rispetto a quanto previsto nel 2022.

Se indubbiamente questo è un dato più che positivo per tutti i contribuenti con debiti erariali e contributivi, forse lo è un po’ meno per le casse dello Stato che per parte dei crediti si trovano momentaneamente ad armi spuntate rispetto al solito.

Articolo di Fabiana Nesi

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