Professionisti, imprenditori individuali e soggetti ISA verso il pagamento mensile dell’IRPEF

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Tra le novità della legge delega di riforma fiscale questa “rivoluzione” impatterà su chi affronta la propria attività in modo autonomo e dimensioni ridotte.

Dalla lettura della legge delega di riforma fiscale scopriamo che andranno modificate le modalità di versamento dell’IRPEF dovuta dai lavoratori autonomi, dagli imprenditori individuali e dai contribuenti a cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), fermo restando il vigente sistema di calcolo, anche previsionale, del saldo e degli acconti.

In parallelo si apprende che il 4 agosto 2023 si è formata la Commissione di Esperti all’interno del Comitato tecnico per l’attuazione della Riforma Tributaria.

Sono sette i rappresentanti di espressione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che vi parteciperanno.

Si tratta del tesoriere nazionale con delega all’area Fiscalità Salvatore Regalbuto (adempimenti, versamenti e razionalizzazione degli obblighi dichiarativi), della consigliera nazionale con delega al contenzioso tributario Rosa D’Angiolella (contenzioso), del coordinatore area fiscale della Fondazione Nazionale Commercialisti Pasquale Saggese (procedimento accertativo), del ricercatore dalla Fondazione Nazionale Commercialisti Enrico Zanetti (IRES), dei membri di commissioni consultive in seno al Consiglio Nazionale Piergiorgio Valente (fiscalità internazionale), Franco Vernassa (IRPEF), Pierpaolo Maspes (IVA e altre imposte indirette).

Vista la presenza finalmente cospicua – oltre che per numero direi per “calibro” – di professionisti esperti delle relative materie, ci auguriamo che sia dato loro adeguato ascolto un maniera tale che si riesca ad attuare una riforma che poggi le basi sulla concretezza e precisione per le ormai improrogabili modifiche a questo sistema intessuto di continui rammendi e rimandi.

Tornando specificamente sull’argomento PAGAMENTI MENSILI,

Sarà prevista la progressiva introduzione della periodicità mensile dei versamenti degli acconti e dei saldi e un’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto.

È questa la novità in materia di redditi di lavoro autonomo inserita nell’iter di approvazione parlamentare.

 Per il resto, sono stati confermati i principi e i criteri direttivi già presenti nel Ddl. originario licenziato dal Governo il 16 marzo 2023.

Pertanto viene previsto che i DLgs. attuativi dovranno stabilire il concorso alla formazione del reddito di lavoro autonomo di tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo conseguiti nel periodo d’imposta in relazione all’attività artistica o professionale.

Con tale disposizione si intende introdurre a sistema un criterio di onnicomprensività  “analogo a quello vigente per i redditi di lavoro dipendente”.

Andranno, in ogni caso, escluse dalla formazione del reddito le somme percepite a titolo di rimborso delle spese sostenute e riaddebitate al cliente, non deducibili dal reddito dell’esercente arte o professione.

Come sottolineato dalla Relazione illustrativa al Ddl. delega, infatti, “il contrasto di interessi tra il detto committente e l’artista o il professionista è sufficiente a disincentivare possibili comportamenti evasivi”.


Inoltre,

in presenza di qualsiasi forma di pagamento, compresa quella tramite bonifico,

il criterio di imputazione temporale dei compensi (principio di cassa) dovrà essere allineato a quello di effettuazione delle ritenute da parte del committente (per il quale rileva il momento in cui la somma è uscita dalla sua disponibilità).

Ciò a evitare lo sfasamento temporale tra il momento di effettuazione e quello di scomputo della ritenuta.

A oggi, infatti, a scongiurare che il momento in cui il provento si considera incassato da parte del percipiente non vada a coincidere con quello rilevante ai fini dell’individuazione del periodo o del mese in cui il soggetto che ha effettuato il pagamento deve effettuare il versamento della ritenuta e includerla nella Certificazione Unica e nel modello 770.

I decreti delegati dovranno, inoltre, prevedere la riduzione delle ritenute operate sui compensi degli esercenti arti e professioni che si avvalgono in via continuativa e rilevante dell’opera di dipendenti o di altre tipologie di collaboratori, al fine di evitare l’insorgere di sistematiche situazioni creditorie da parte dei lavoratori autonomi “determinate dal versamento di ritenute molto gravose, perché calcolate sui corrispettivi lordi e non sul reddito, determinato tenendo conto dei costi, spesso molto elevati” (così recita la relazione illustrativa al Ddl. delega).

Considerazioni:

Se come sembra e come dichiarato, l’intento è di avvicinare la tassazione degli autonomi a quella dei lavoratori dipendenti, bisognerà senz’altro considerare che a differenza dei secondi, i primi non hanno una automaticità sia di legge che di prassi per ottenere gli incassi dai propri clienti e che, salvo per ciò che concerne i soggetti forfettari, al fine di ottenere un conteggio coerente , deve essere aggiornata mensilmente la contabilità.

Il sistema dei versamenti mensili sostanzialmente, da un punto di vista operativo , potrebbe essere già esser semplicemente attuato per coloro i quali applicano il regime forfettario, posto che il loro reddito non è altro che pari alle fatturazioni incassate dedotte di una quota percentuale di costi prestabilita dalla legge in relazione al codice di attività esercitato, ma necessita di più di una riflessione riguardo a tutti gli altri soggetti

Tenuto conto che l’imprenditore in contabilità ordinaria ( per adesso ) calcola le imposte col criterio di competenza e non per cassa, l’individuazione mensile del suo “utile” tassabile potrebbe non essere affatto banale.

E questo nonostante tutti i passi avanti fatti dalla normativa in sede di adempimenti telematici.

E’ senz’altro vero infatti che le fatture sono diventate elettroniche e che quindi l’Ade può vedere in tempo reale ciò che viene richiesto in pagamento al committente ( nel caso di imprenditori) ma non è affatto detto che a fronte dell’emissione corrisponda un immediato pagamento. In parallelo, lo stesso ragionamento riguarderebbe i costi.

Se si volesse capovolgere e far diventare tutti i redditi tassabili per cassa.

In caso contrario bisognerebbe considerare le fatture da emettere e da ricevere , i ratei e i risconti, le spese per i dipendenti, per i collaboratori, le spese documentate, gli acquisti da privati, gli ammortamenti per i Beni ad utilità pluriennale etc.etc.

Se si vuol metter mano anche a questo, allora si parlerà di una riforma davvero poderosa e rivoluzionaria, altrimenti, forse dovremo parlare più che altro di un sistema per evitare che lo Stato arrivi a chiedere le imposte a chi nel frattempo i soldi non li ha più.

Vista la situazione economica e finanziaria attuale del nostro paese e della macroscopica evasione che viene ogni giorno scoperta soprattutto in determinati settori e/o zone produttive Italiane,

questo potrebbe essere un modo “gentile” per rilevare con maggior immediatezza chi sta evadendo le imposte alla nazione.

Arrivare a individuare le sacche di evasione entro pochi mesi rispetto agli anni con i quali si muove nella media il lavoro seppur indiscutibile delle figure preposte alle verifiche, sarebbe un buon risultato..

Certo è che a fianco di questa “rivoluzione” sarà altrettanto necessario ridurre drasticamente le aliquote per i versamenti, così che veramente cessi di essere utopia il “pagare meno e pagare tutti” e non ci si limiti a creare un’operazione che lascia senza ossigeno i piccoli e piccolissimi e lasci fuori dalle reti l’evasione pesante.

Sembra quindi un’operazione facile ma concretamente , se si vorranno perseguire i concetti di giustizia ed equità , stante il groviglio di norme che già abbiamo, non lo sarà affatto.

Buon lavoro quindi a tutta la Commissione e in particolare a tutti i colleghi che ne fanno parte.

Articolo di Fabiana Nesi

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